30 luglio 2007

Prepariamoci ad abbandonare i monti

Annibale, grande generale nero. C'è quello che credo sia l'inizio di una serie di letture su Cartagine, il Mediterraneo e tutto il resto, su Repubblica.it.

Oggi a Lugano tira vento da Nord, dal Gottardo forse. Prenderò la bici e mi farò quei famosi 20 km fino a Mendrisio, che da tempo volevo provare a fare e rimandavo, per mancanza d'allenamento --altrimenti detta pigrizia-- poi, domani, di filato giù, nella Capitale, e poi in Trinacria.

Dove bramiscono i cervi

Oggi dovrei fare un sacco di cose. Ovviamente non ho voglia di farne alcuna. Sono reduce da un mitico cicloviaggio con Muttley e Renato, 300 e più kilometrini tra la valle dell'Inn, i laghi bavaresi e la stupenda Salisburgo. Ho abbandonato il "giro" a metà, dovendo tornare a Lugano per preparare il bagaglio per la Sicilia. I miei due gregari adesso sono da qualche parte nella regione dei laghi del Salisburghese. Probabilmente alle prese con qualche altro Zoncolan. Adesso che ho i muscoletti belli in forma, mi aspettano 9 gg di macchina in Sicilia a fare --probabilmente-- una gastrovacanza. Ouch!

Dopo quella, ci si vede a Roma. Yup!

18 luglio 2007

Lo spot della 500 è una cagata pazzesca

Se so evoluti dagli spot in cui preferivano non far vedere le loro auto perché troppo scarse. Infatti adesso hanno fatto n'accozzaglia conservatrice che secondo loro dovrebbe prendere ispirazione dalla Apple. Già scopiazzare è triste. Vantarsi di farlo è ancora più triste. Farlo pure male è il massimo del vomitevole.

Però, letteralmente, non tutto il male viene per nuocere.

17 luglio 2007

Tutto ciò che appare

Volendo applicare la tesi 12 del libro di Debord (che miseramente sto lasciando da parte, questi giorni), non c'è da esultare particolarmente nell'atto di Repubblica.it di pubblicare questa lettera di sfogo, a seguito di una cover story del FT sul maschilismo all'Italiana. Dopotutto loro ogni giorno hanno in media due tre gnoccolone che fanno notizia, o non la fanno, poco importa, quindi...

La cover story del FT elenca molte cose che possono essere cause della condizione di disparità femminile in Italia, così come possono esserle di altre cose:

In the US you can buy milk and bread at any time, and in dozens of places. But Italians trying to shop on Monday mornings, or Thursday afternoons, or Sundays, or evenings, or lunch times, or early mornings, can be disappointed. Most banks are closed at lunch times and Saturdays. A supermarket will advertise on lampposts when it is going to be open on a Sunday, and then shut the Sunday after. And pity the parent – me, in this instance – pounding the streets at 7pm on a Sunday trying to find milk for his baby before bedtime. One pharmacy was open, but didn’t sell milk. There are no convenience stores. In the end I bought some long-life milk in a store where the staff were not speaking Italian.

In altri casi vede bagliori di luce in episodi che secondo me non sono altro che una riconferma dello status quo, solo un po' più impepati:
But for Preti, the student in London, Veronica Berlusconi’s indignant letter signified a stirring of change. “I believe that her bravery could be used as a springboard for Italian women… It is an example of a woman who does not want to accept her inferior status.”
Ed infine riscopre 2 delle famose 3 P dell'informazione, quelle di Dantiana memoria:
Barrera jokes: “If you have no idea [for a campaign], you can use a pair of tits, a baby or a puppy.” If that approach did not work with the public, there would be complaints. But there are none, the advertising executives say.
Insomma, che siano cause o effetti, non ne manca nessuna. Nulla di nuovo per capire il problema, o per tentare di risolverlo. Anche la lettera della lettrice di Repubblica, non è che aggiunga molto all'argomento. L'idea è: non sono le donne che hanno perso coscienza, sono gli uomini che ragionano con il cazzo. Da cui fondamentalmente ne deriva che il modello di Velina non è criticabile, come modello di vita, purché fatto con auto consapevolezza. Ci sta almeno una contraddizione tipo l'uovo e la gallina, in un ragionamento del genere:
Allora io mi chiedo, cosa dovremmo fare noi mamme italiane con questi ragazzini maschi? perché il problema sono fondamentalmente loro; annegarli da piccoli? buttarli giù dalla rupe tarpea della selezione intellettuale? fargli sistemare la cameretta già a 8 anni così da capire che la parola "maschio" andrebbe sostituita con quella di "persona"?
Dire che il problema dell'educazione del maschio/bambino sia proprio nel maschio/bambino stesso, mi pare una gran cazzata, bello scarica barile, sister. È vero, prendo alla lettera la metafora dei maschi/bambini e delle femmine/mamme e questo è un po' paraculo da parte mia, ma non è questo il senso dell'articolo? Il povero genere femminile che si è dovuto adeguare all'ottusità della società maschio-centrica. Continuo a sentire donne professioniste, dalla carriera difficile per l'unica colpa di essere tali, che ti dicono che non c'è nulla di male nel modello velina --purché fatto in maniera consapevole-- ma non ho mai sentito la Canalis fare lo stesso discorso. Sarà un caso? O devo leggere di più Anna o Donna Moderna? mhhh

Questo modo di ragionare è fatalista, e mi ha rotto il fatalismo. Quello che ti dice che l'Italia è già così una merda che: «e che ci vuoi fare?». La seconda frase solitamente è: «non ne vale la pena» (qualunque cosa si stesse riferendo), oppure «fatica sprecata». È questa la tendenza ad accontentarsi a spalare merda su qualcosa, e al tempo stesso a non muovere un dito; e mi ha stancato.

16 luglio 2007

Ma a dotazione come stai messo?

Prima erano mongoloidi, poi handicappati, poi diversamente dotati. Adesso arriva sto tipo e esce fuori che l'accezione di quel
‘diversamente’ andrebbe un po' rivista.. La terminologia era già ottusa di per se, sempre a rischio di divenire offensiva... adesso sembra esserlo la realtà. Mi stupisce --insospettisce allo stesso tempo-- Casini che se ne esce con la petizione per mandarlo alle Olimpiadi. What if la CEI dicesse che è contro la legge naturale? La stessa che doveva incatenare Welby al macchinario ma che doveva impedire l'uso delle staminali..
Sembra come i politici cattolici non sia affatto disdegnosi d'usare la tecnologia (anche se l'idea del criptofonino pare piacere a tutti), ma non appena arriva la vocina da oltre Tevere... zac! Si cambia rotta. Adesso la domanda è: premesso che può anche essere legittimo, in politica, prendere ordini dall'alto, non è controproducente a livello --azzardo-- prettamente ideologico?

Insomma, ruolo del politico cattolico è giustificare le azioni che prende dietro ordine clericale. Non che ci riesca molto, considerato che sempre di Casini & co. stiamo parlando, ma tutto sommato la pagnotta riesce a portarla a casa. Ma che succede quando la gente si fa le domande, di fronte alle contraddizioni? Ovvio l'esempio di Pistorius è volutamente, mediamente, fuori luogo. Ma l'inconsistenza tra il caso Welby ed il referendum sulle staminali?

Può la chiesa moderna arrivare a fare una dottrina sulla tecnologia che sia coerente? Oppure le conviene sempre essere miope e navigare a vista: questo no, questo sì, questo no, anzi aspetta, questo sì... e via dicendo.

Sono più per la seconda, ma ovviamente io sono di parte. Cmq fiche quelle protesi.

9 luglio 2007

Tira na brutta Aria

Pollari: "C'è un'atmosfera da regime".
Ammazza, se n'è accorto.

Aggiungo io: il buco s'è aperto ed ora esce tutta la merda. Bisognava proprio aspettare 6 anni?

1 luglio 2007

Senza parole...?!

Leggo di questo.
Potrei dirmi senza parole, perché magari l'argomento sembra più un cadavere dei tempi passati, i cui riferimenti sono nomi scritti sui muri delle strade; e perché la cosa più conveniente da dire in un momento del genere, vista la propria appartenenza, è un silenzio di circostanza degno del funerale di un conoscente, non troppo distante da non potervi non partecipare, non troppo vicino dal dovervi prender parte emotivamente.

Io, tuttavia, devo alla mia bicicletta il fatto di non essermi preso una coltellata in pancia, una domenica pomeriggio d'Estate, e devo l'aver subito un'aggressione in pieno giorno al semplice fatto d'essermi trovato davanti--assieme al Puro--ad una scritta fresca di vernice che infangava i muri del mio quartiere, territorio nero nello scacchiere insensato delle lotte politiche tra comunisti e fascisti nella mia città di Roma.

Io mi chiedo concretamente cosa serva per far svegliare la gente di fronte a questo problema. Vale il principio Italianissimo--Romanissimo, in particolare-- del farsi i cazzi propri e del "a chi tocca nun se' ngrugna". Pensavo che fosse morto qualcuno, magari veramente qualcosa si sarebbe smosso, nell'opinione pubblica; e poi ho ripensato al ragazzo morto l'estate scorsa a Focene. E a noi qui, sempre daccapo.

Vorrei analizzare lucidamente la situazione. Scrivere i miei own two cents sull'argomento, forte magari dell'obiettività data dalla distanza. Mi piacerebbe essere d'aiuto in questo modo.