Beppe Grillo chiosa così, riferendosi ai giornali - la carta stampate, si diceva un tempo - e al fatto che l'avessero snobbato bellamente durante i giorni precedenti al V-day. Adesso 10 Settembre, i giornali non trovano di meglio che agitare spettri d'antipolitica. Hanno scoperto che i commenti del blog di Beppe Grillo mettono paura. Hanno nuovamente sbagliato usando il vecchio trucchetto del criminale terrorista: visto che s'è detto il nome di Marco Biagi, giù ad accusare d'aver infangata la memoria del morto. Grillo, manco a dirlo, s'è fatto quattro risate e se l'è mangiati tutti, e pure ricagati; qui per la precisione.
Che grave errore. Non c'hanno capito una mazza, direi. Il V-day loro lo analizzano come un grande momento di ribalta di Grillo sulla scena politica italiana. La repubblica intervista Baudo che teme che Beppe Grillo sia sull'orlo dello sputtanamento, come se fosse un successo improvviso, viene da pensare. Non si rendono conto che da anni, anni cazzo, Grillo scrive di qualsiasi cosa, spesso di cose che loro, i media, non hanno saputo/voluto/potuto trattare.
Non è di Grillo che ho paura, sinceramente, ma della gente, che ha tanta voglia -repressa- di fare qualcosa, ed una impressionante tendenza a deificare il proprio punto di riferimento.
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