Volevamo capire un po' di meccanismi, ho capito che tanta gente non li conosce e abbiamo speso dei mesi a indagare su questo mondo e a raccontarlo su una TV generalista. Già il fatto che se ne discute e non rimane confinata in Rete, mi pare una buona cosa. Poi io non ho nessuna pretesa di fare le cose giuste o perfette. Chi pensa invece a come andava fatta, benissimo, si faccia avanti e magari la prossima la fa lui, se è più bravo.Io ho visto i primi dieci minuti della trasmissione, e la qualità lasciava moltissimo a desiderare, sia per precisione delle informazioni che per l'onestà della narrazione. Vantarsi d'aver lavorato mesi per confezionare un minestrone approssimativo, e per di più d'aver fatto questa cosa deliberatamente, perché l'argomento era giudicato difficile, è una scusa che fa cascare le braccia. L'idea che è meglio quacosa di sbagliato e facile, che di corretto ma difficile, è un gioco al ribasso che, guarda caso, va dritto dritto nella direzione opposta alla filosofia che dovrebbe ispirare un programma come Report. È come se la Gabanelli dicesse: il pubblico della TV generalista è stupido quindi si merita un prodotto per stupidi. È ironico che la Gabanelli difenda una puntata intitolata “il prodotto sei tu”, in cui si accusano delle compagnie di trattare i propri clienti come merce da classificare e vendere, proprio sulla base di considerazioni del genere.
Poi c'è l'altra scusante, che suona più o meno così: noi non ci siamo mai vantati di fare cose perfette quindi nessuno ci venga a correggere quando facciamo errori. Perfetta esemplificazione dell'approccio italiano al merito. In se questa argomentazione non è nemmeno sbagliata, anzi. È il modo giusto per rispondere a chi fa delle critiche gratuite. Ma quando le critiche non sono gratuite, e ciò che si difende è veramente affetto dai problemi esposti, questa contro-battuta assume tutto un altro sapore. Non so se l'analogia esista, ma a me è sempre sembrato che si tratti di un modo perverso di applicare la massima evangelica del “chi è senza peccato ...”. La sua perversione diventa qualcosa del tipo: solo i puri possono permettersi di giudicare. L'assioma è che, invariabilmente, anche l'interlocutore qualche peccatuccio ce l'ha, quindi ne deriva che nessuna critica è ammessa. Punto. E viva l'umiltà. Dov'è la differenza con un Cicchitto che ti rinfaccia che anche a sinistra hanno avuto i loro indagati, quindi non ci si azzardi a criticare Berlusconi sul tema della moralità pubblica?