27 settembre 2011

Roma vista da Casanova (XVIII secolo)

Da Calendario Romano, di Italo de Tuddo (ed. Golem, 1970):
Sapevo che Roma era la sola città in cui, partendo dal nulla, si poteva salire molto in alto; e non c'era da meravigliarsi, se io credevo di avere tutte le qualità necessarie; al posto del denaro, avevo uno sfrenato amor proprio di cui l'inesperienza mi impediva di diffidare.
Per fare fortuna nell'antica capitale d'Italia, bisogna essere un camaleonte capace di prendere tutti i colori dell'arcobaleno. Occorre essere flessibili, insinuanti, grandi dissimulatori, impenetrabili, compiacenti, sovente ignobili, falsamente sinceri. Bisogna sempre far finta di saper meno di quello che effettivamente si sa e parlare con un solo tono di voce. È necessario esser pazienti, controllare i propri gesti, ed esser gelidi come ghiaccio quando altri brucerebbero; se, per disgrazia, non si ha religiosità nell'animo, bisogna averla nella mente; una persona per bene, deve sopportare in pace la mortificazione di doversi giudicare un ipocrita.
Chi odia queste finzioni, farà bene a lasciare Roma e andare a cercar fortuna in Inghilterra.
Giacomo Casanova (1743)