20 gennaio 2007

Una scomoda verità

È un bel film/documentario, nulla da dire. Mi ha colpito la parte in cui si accusa l'amministrazione Bush di aver contribuito al clima di dubbio che esisteva attorno all'argomento, soprattutto in ambito scientifico. In particolare su un campione equivalente al 10% degli articoli peer-reviewed sull'argomento, pari a 928 pubblicazioni, si vede che è lo 0% .. cioè proprio 0, nessuna, il numero di pubblicazioni in cui il global warming non viene considerato come un fenomeno incontrovertibile. E allo stesso tempo su un campione della stessa entità di riviste di stampa popolare, è ben il 52% il numero di pubblicazioni in cui il global warming viene considerato non vero.
Io ero sempre stato convinto che tuttora l'argomento global warming fosse anche nella comunità scientifica oggetto di dibattito, in primis per quanto riguarda la sua supposta esistenza. E quindi, se è vero quel che dice Al Gore, io come tanti sono stato preda dei soliti FUD..

Nel mio piccolo, posso dire che quest'argomento della crisi del clima lo vedo nella mia vita di tutti i giorni. Insomma, è Gennaio, vivo in Svizzera, e ieri pomeriggio andavo in giro in maglietta. A maniche corte. E la sera c'era un bel venticello di fon che mi ha fatto pensare alle uscite serali in centro a Roma!

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ovvio che sia colpa dell'amministrazione Bush! Cosa non lo è? Un po' come è colpa di Berlusconi se la sinistra italiana è deprimente: offre un così comodo bersaglio che i suoi oppositori non hanno bisogno di inventarsi un'alternativa credibile! Anyone but <...>! (Compreso Saddam, Chavez e al Sadr apparentemente...)

Per quanto riguarda il global warming, se gli articoli peer-review considerati sono quelli prodotti dai "paperifici" che se ne occupano, ci mancherebbe pure che dicessero che non esiste! Insomma, se hai scoperto la gallina dalle uova d'oro difficilmente te ne privi no? E il fatto che questo inverno ci pare più caldo è un dato scientifico? Ancora non hanno fatto NWP models fuzzy! ;)

Fortunatamente sì, nella comunità scientifica il global warming è ancora oggetto di dibattito, e probabilmente così sarà fino alla prossima global scare (come negli anni '70 si temeva il global cooling). Ma comunque è soprattutto oggetto di dibattito, ammessane l'esistenza, la sua origine.

Ovviamente non ho visto il documentario, ma ho abboccato alla sfida! :D

Tangenzialmente, trovo comico che quando si parli di atmosfera la CO2 venga considerata un'inquinante...

Junkie ha detto...

Aspetta, allora contesti il dato dello 0%? A me sembra invece che misurare il numero di articoli peer-reviewed sia proprio un buon modo di "prendere il polso" al dibattito scientifico. E se questi scienziati che ne dibattino non pubblicano nulla a supporto delle loro tesi contro il GW, o non considerano l'argomento degno di trattazione scientifica (allora però perché lamentarsi del fatto che tutti danno addosso a Bush? Non sarebbe meglio difenderlo sul terreno?) oppure sono una minoranza e non hanno accesso alle fonti di pubblicazioni tradizionali. Ma in un'epoca editoria ubiqua questo mi sembra un pò strano. Ergo... :-P

In ogni caso no, il CO_2 non viene considerato un inquinante nel discorso di Gore del documentario. E questo sarebbe un bel passo falso se ci pensi. Possiamo parlare della politica in tutto questo, ma se ci pensi non c'è miglior pulpito di quello di Gore, per scagliarsi contro Bush. Insomma, non ha la colpa di non star facendo nulla, visto che non è più nelle sfere del potere democratico, per cui non lo si può certo accusare di blaterare senza far nulla (!).

E su quest'ultimo punto è cmq interessante il lato umano del documentario incentrato su di lui, come politico arrivato quasi al culmine e che cmq in questo processo sembra non aver portato a termine il suo scopo, tanto da mobilitarlo dopo il momento della sconfitta, quando in america di solito sei fuori (oddio Kerry sicuramente avrà ancora un ruolo politico in America solo che qui non ce lo caghiamo, forse). Cmq diciamo che Al Gore è un personaggio molto lettarario, almeno per come ne esce dal film!

Anonimo ha detto...

Be' non avendo visto il documentario non so come sia stato ottenuto quel dato (e.g.,: il campione?), quindi no non lo contesto. Però è lo stesso di cui si parla qui: http://www.opinionjournal.com/extra/?id=110008597

"More recently, a study in the journal Science by the social scientist Nancy Oreskes claimed that a search of the ISI Web of Knowledge Database for the years 1993 to 2003 under the key words "global climate change" produced 928 articles, all of whose abstracts supported what she referred to as the consensus view. A British social scientist, Benny Peiser, checked her procedure and found that only 913 of the 928 articles had abstracts at all, and that only 13 of the remaining 913 explicitly endorsed the so-called consensus view. Several actually opposed it."

?

E comunque, difficilmente si pubblicano risultati "negativi".

Bisogna anche capire cosa si intende per "il global warming è un fenomeno incontrovertibile".

Se vuol dire che la temperatura media globale (e in ogni caso si parla della temperatura superficiale) è aumentata di 0.6 ± 0.2 gradi durante tutto il secolo scorso... be', sì, è vero.

Ma se già comincio a togliere il numero, dicendo solo "la temperatura della terra è aumentata durante il secolo scorso", ho detto una cosa corretta ma ha lo stesso sapore? Conta che la variabilità naturale è fino a 5 gradi circa!

Insomma il punto è che il GW non è una cosa in cui credere o meno, ma è un (eventuale) fenomeno da studiare seriamente. Solo che i tempi della politica non sono quelli della scienza (specie se uno ha bisogno di reinventarsi, anche se non è il caso di Gore visto che è un suo cavallo di battaglia da sempre). Ne tantomeno gli interessi della politica sono quelli della scienza.

Junkie ha detto...

Benissimo, l'articolo su OpinionJournal è parecchio fair. Il problema dell'attribuzione dell'operato umano ai cambiamenti climatici è grosso (e quindi è una bella miniera di lavori! heeee) e correntemente intrattrabile. E sarebbe stato troppo bello avere un doumentario appassionante e al tempo stesso completamente privo di distorsioni. Certo non siamo al livello di Fahreneheit 9/11 :-)

D'altra parte mi chiedo se la mancanza di evidenze concrete basti per farci stare in pace e continuare a permettere che gli stati uniti e i paesi in via di sviluppo abbiano questi livelli di emissioni. Di fronte all'eventualità di ritrovarci troppo tardi con gli strumenti scientifici adatti, che ci potrebbero dire con esattezza che, tra 20 anni, oggi c'era il GW e che, peccato, però è troppo tardi, di fronte a questa eventualità è cmq giustificato ignorare politicamente questo pericolo e aspettare di fare qualcosa al più tardi quando se ne avrà l'evidenza scientifica?

È ovvio che potrebbe essere un effetto psicologico autoalimentante. Ma d'altra parte se anche la temperatura media globale s'è alzata di meno di un grado, è abbastanze per dire che non abbiamo problemi? A me sembra un dato troppo coarse-grained quanto quelli che dall'altra parte rivendicano il GW "perché non c'è altra spiegazione possibile"..

Anonimo ha detto...

Quello che parafrasi è il principio di cautela, che insomma, non è che mi convinca poi molto.

Prima di tutto non considera il "costo" di, per esempio, limitare le emissioni. I paesi in via di sviluppo, tra le altre cose, dovrebbero smettere di svilupparsi (mentre noi potremmo quasi mantenere il nostro stile di vita grazie alla tecnologia di cui disponiamo). E se era una bufala, come glielo spieghi?

In generale, il principio di cautela dice (semplificando tantissimo) che se non sai il costo di una certa azione, è meglio non farla. Però qual è il costo della non azione?

Inoltre, spostando l'attenzione dalle probabilità di una certa conseguenza alla sua entità, non dovresti fare più niente: il famoso mattone che ti cade in testa quando esci da casa.

Infine, se uno lo accetta, lo deve accettare sempre. Compreso negli argomenti di quelli che lo invocano contro la ricerca sulle cellule staminali, per esempio.