25 gennaio 2008

17 gennaio 2008

Quest'uomo si spaccia per un Logico

Dice:
ROMA - «Perché il Papa dovrebbe parlare all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università La Sapienza?».
Piergiorgio Odifreddi si pone questo semplice quesito.
Interessante domanda… altrettanto lo è la seguente: perché il papa *non* dovrebbe parlare all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università la Sapienza??

Ovviamente di risposte ne sono fioccate, ma sono tutte fondamentalmente arrampicatio specchiorum. Questo modo di ragionare infatti è stato il trappolone in cui sono cascati i fisici. È vero, la lettera originaria di Marcello Cini, più la postilla da bravo scolaretto su Galileo–che, tra parentesi, mi ha fatto scoprire Feyerabend, sì: quello che per il TG2 era un anarchico–dei 67, aveva la sottigliezza d'essere un'espressione d'indignazione rivolta al rettore, ma il succo alla fine non cambia: Ratzinger non era voluto all'inaugurazione, ergo atto censorio, ergo apriti cielo.

Sarebbe stato così difficile dire: il papa a noi stà sul cazzo signor Rettore; tu l'inviti a fare il discorso? E allora noi vogliamo che ci sia anche Richard Dawkins a fare un'intervento. O Hitchens. O uno dei tanti (a parte Odifreddi, ovvio). Io oggi mi ci sono allambiccato su questa cosa. Ero nervoso ed ho passato la giornata a controllare la posta e Google News ogni 3 per 2.

Alla fine cosa è accaduto?

Può il vicario di Cristo parlare alla stessa platea quando qualcuno lo contesta? Ma che, siamo matti?? Alla faccia della tolleranza delle opinioni altrui e della predisposizione al dialogo…

Insomma, fa amarezza vedere una comunità intera smerdata in questo modo, ecco.

15 gennaio 2008

“La Sapienza” è la mia università!

Assurdo, gli hanno negato la libertà di venire a fare un saluto senza contraddittorio.
Che faccio, mi permetto di pensare di rispondere a sua Santità? Per chi l'ho preso, pe Ahmadinejad?

Cmq che cafoni, come se non bastasse che tengono le chiappe in un'università creata da un Papa…
inciso: Questo argomento è il meglio: applicandolo in maniera astuta si potrebbe dimostrare che mezza Roma è di proprietà del Vaticano (l'altra mezza già lo è).

Cmq 67 ordinari de “La Sapienza” contro un Papa e La Repubblica è proprio giocare sporco…

12 gennaio 2008

Storni e notizie

Aprendo stamane Google news trovo questo grappolo di notizie, tutte non più vecchie di 36 ore, più o meno. La cosa interessante è che del progetto Starflag avevo già letto mesi fa. Adesso i media Italiani ne parlano. Come mai? Il trigger dovrebbe essere il fatto che Giorgio Parisi ha presentato ieri i risultati all'accademia dei Lincei (il link è un PDF). Interessante la dinamica del volo degli uccelletti sopra Roma (quei piccoli bastardi scagazzatori), ancor più interessante quella dell'comparsa in superficie delle notizie, aggiungerei.

11 gennaio 2008

Che monnezza

«Si tratta di una notizia totalmente infondata. L'emergenza rifiuti viene affrontata in queste ore grazie alla collaborazione delle Regioni e in territorio interamente italiano», hanno però precisato fonti di palazzo Chigi {…}

L'importazione infatti risulterebbe lucrativa: ad esempio nell'impianto di incenerimento di Bazenheid (canton San Gallo), lo smaltimento di una tonnellata di rifiuti domestici costa 250 franchi; le 110'000 tonnellate di Napoli frutterebbero 27 milioni.

LoL!

7 gennaio 2008

Tirare due somme, deh

Ho sempre pensato, e lo penso tuttora, che il vero momento per guardare indietro all'anno terminato sia l'inizio di Settembre; ma con il sopravvento, nella mia vita, di ritmi meno scolastici (per quanto sempre accademici), questa convinzione forse è destinata ad essere rimpiazzata, legata com'è ad un periodo di vita finito. Ad ogni modo, il 2007 si è chiuso con l'ultima fatica, le festività. E quest'anno non troverei termine più adatto per descriverle in una sola parola, giuro.

Tornando ai primi di Gennaio del 2007, ricordo una grande presa ammale legata al ritorno in Svizzera, e l'abbandono di Roma. Le prime settimane mi lamentavo con tutti e tutte di quanto mi mancasse l'Urbe, poi sono passati d'un soffio quasi 5 mesi fino a Pasqua, e infine ho ammesso a me stesso che in fondo vivere a Lugano e, soprattutto, in Svizzera, non è poi tanto male. Una volta tornato a Lugano dopo le vacanze di Pasqua, la città era sbocciata e divenuta di un verde che non avevo mai visto prima, (1) cosa che mi colpì moltissimo. La primavera e l'estate sono state belle: tra le altre cose, ho avuto modo di assaggiare la maestà delle Alpi del Vallese e difficilmente mi scorderò di quell'esperienza. La vita nelle valli in confronto è scialba e banale, ma quando sali su, ai piani alti, vedi finalmente l'orizzonte, e cavoli, si capisce perché le menti semplici si mettano a blaterare di spiritualità e robe simili!

In quest'anno il mio dottorato ha finalmente trovato una strada da percorrere; in ambito scientifico, ovviamente. Continuo a pensare di aver un po' troppo cazzeggiato durante quest'anno, ma se considero le condizioni in cui mi sono trovato, credo che ci si possa stare.
Ho lavorato e lavoro tuttora ad un progetto il cui scopo è di per se aperto a mille opportunità, e per di più sono stato il primo studente di dottorato che i miei advisor si siano trovati a seguire. Per aggiungere altro carico, il mio gruppo si è ritrovato, sin dal mio arrivo, con un numero di progetti paragonabile al numero dei suoi membri, cosa che mi ha necessariamente lasciato tutto solo con me stesso. Ho assaporato le gioie e i dolori della collaborazione scientifica, e adesso mi posso dire vaccinato anche a questo (leggasi: trovare un/a collaboratore/rice affidabile è cosa dura); riguardando nuovamente indietro al me stesso di un anno fa, vedo uno studente che non poteva far altro che ricevere certezze dai superiori. Adesso il mio senso critico riguardo alla Scienza si è decisamente affilato; non abbastanza per dirmi autonomo, ma inizio ad ammolarjela .

Per quel che riguarda l'anno concluso, “le persone”–la vita sociale insomma–si beccano un bilancio in pareggio. Forse parlo con una punta di delusione relativa a queste ultime feste di Natale, ma mi sono arreso all'evidenza che molte amicizie, che contavo come tali, non lo siano più e siano degradate al rango di mere conoscenze. Roba per andare qualche volta al pub, ma non molto di più. (2) Questo discorso si riallaccia al dottorato, al fatto cioè che abbia capito l'importanza della qualità sopra la quantità, ed il valore assoluto del proprio tempo. Tocca essere puntigliosi quando si deve disporre del tempo sociale, soprattutto quando nei hai poco e le persone da vedere sono tante. Dall'altra parte, ho conosciuto parecchia gente fica all'USI e a Lugano. C'è questo strano particolare che il social network in cui mi trovo non abbia nessun aggancio con gli autoctoni: riuscire a socializzare con i Ticinesi sembra troppo difficile, ma chissene frega!


1. Ero arrivato a Lugano per la prima volta in Ottobre, quando le montagne sono arrossate per via dell'autunno.
2. Ma non questo pub, sia chiaro!
(questa nota è volutamente incomprensibile)