Saggezza delle masse, o idiozia del garante? Bisognerebbe scriverci un paper su questa cosa qui. In meno di 48 ore, partendo dai vari pezzetti scaricati individualmente da una gran quantità di persone, si stanno venendo a formare giganteschi aggregati: quello lì, ad esempio, son 500 mega in formato testo. Presto o tardi il servizio (*) verrà reso nuovamente disponibile – dai cittadini però.
Si può disquisire certamente se sia un bene od un male che questi dati siano adesso distribuiti in maniera incontrollata. (**) Ma si può anche discutere se questo modo di distribuzione sia veramente incontrollato, oppure no. Di certo non si tratta più d'un controllo centralizzato, ma è questo il dettaglio veramente importante? Ovviamente leggendo sui giornali sembrerebbe che sì, lo è. Invece sarebbe bello se da tutta questa esperienza si formasse un po' di "coscienza di classe" sul rapporto tra stato e cittadino, su come l'altro possa essere responsabile dell'uno; il viceversa, già lo conosciamo tutti e conosciamo quanto sia lontano dalla realtà, almeno in Italia.
(*) Ovviamente è molto probabile che non si riesca ad aggregare l'intero contenuto del database del Fisco. La fonte originaria dei dati è rimasta accessibile per un tempo molto breve, ed è molto probabile che in quel lasso di tempo ci siano stati file (relativi a piccoli comuni) che nessuno ha mai scaricato, e che quindi non si è potuto rimettere in circolazione.
(**) Io, per conto mio, mi chiedo semplicemente come mai dal punto di vista della legge, un dato diventi più o meno pubblico a seconda del metodo con cui viene distribuito. Ma del resto siamo in un paese in cui la Legge è amministrata basandosi sul buon senso di un gruppo di simpatici vecchietti, o mi sbaglio?
«You write "Born to Kill" on your helmet and you wear a peace button. What's that supposed to be, some kind of sick joke?»
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3 maggio 2008
28 marzo 2008
Eccomi qui, ma Repubblica.it dov'è?

Che carino eh? Perfetta separabilità tra le due classi dominanti ... Laici progressisti contro i cattivi Confessionali conservatori. Facile facile ed ecco spiegato il panorama politico secondo Repubblica.it.
In “Buongiorno, Notte” di Bellocchio, ad un certo punto uno dei BR apostrafa un'altro dicendogli: “ma che, credi ancora ai sondaggi di Repubblica?!”; e come dargli torto? Il test di Voisietequi usa il multidimensional scaling, che calcola le distanze tra la posizione politica dell'intervistato e quella dei vari partiti. Ma l'MDS non attribuisce nessun significato, a priori, agli assi cartesiani delle coordinate dei punti. Il test di Repubblica invece è più simile a The Political Compass, che usa semplicemente l'analisi fattoriale ed in più attribuisce – a priori – agli assi un certo significato politico: Laico / Confessionale nel caso di Repubblica, ad esempio.
Questa è la classica forzatura in cui si cade quando si usa l'analisi fattoriale, visto che gli assi calcolati dalla analisi fattoriale sono semplicemente quelli lungo i quali si osserva la maggiora varianza dei dati, cosa che non necessariamente implica una data catalogazione (covariation is not causation, darling). Insomma, per farla breve, se anche quelli di Repubblica avessero consapevolmente forzato l'analisi dei dati per far apparire il PD omogeneo al resto della sinistra, è abbastanza facile notare incongruenze nel test e non attribuirgli molta affidabilità. Certo, scorrendo i commenti vedi un sacco di gente che dice “Ehi, c'ha proprio preso con me!”, ma se per questo c'è anche un sacco di gente che pensa che l'umanità si divida in 12 classi perfette, (*) sempre sulla base del “Ehi, con me c'ha preso!”.
Viene da chiedersi – piuttosto – come si faccia a spiegare alla maggioranza delle persone la grande differenza tra Repubblica e Voisietequi: da una parte un metodo non trasparente – che mi puzza di sballato nella migliore delle ipotesi, dall'altra un metodo aperto e collaborativo, che magari non arriverà mai ad avere le interfaccine trendy fatte in flash, ma che sotto il cofano ha degli ingranaggi che possono essere ispezionati da tutti. Al riparo dei sondaggisti di Repubblica.
(*) cmq Rob Brezny non può non starti simpatico!
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