29 marzo 2007

Quand'ero giovane io


Dell apre a Linux. Sarà possibile acquistare un computer Dell con preinstallato linux. Bum. Quando ho iniziato a usare linux - e non sono nemmeno tra quelli della prima ora - certe cose sembravano irrealizzabili. Non solo adesso non ci sono più veramente scuse per passare a Linux, ma se non bastasse, adesso c'è addirittura un obbligo (che si chiama windows vista^^).

Si intravede già il mainstream all'orizzonte? Sinceramente mi piacerebbe molto vedere una rivoluzione non solo commerciale, ma soprattutto sociale nell'uso del computer. Così come per uno studente di informatica al 2° anno installare linux e sbatterci la testa contro è stato il salto di qualità nella comprensione di queste strane scatole di latta, mi piacerebbe pensare che le persone normali, quelle per cui un PC desktop dovrebbe essere uno strumento da usare come lo è la lavatrice, o il microonde, fare un piccolo "salto evolutivo" e diventare un po' più consapevoli dell'attrezzo che si trovano di fronte.

Altra questione sarà capire come cambierà linux da questa apertura e da quelle che seguiranno (già, ne seguiranno??). Linux non sarebbe andato lontano se non avesse portato avanti il concetto di "comunità". Quello stesso concetto che adesso fa tanto web 2.0 e va tanto di moda. Se dicessi community anzichè comunità si capirebbe meglio quello che intendo? :-)

We'll see, we'll see..

Occhio ai valori

Chiunque vi dice che l'occidente sta sprofondando nella decadenza, dovuta ad una crisi di valori e per colpa del nichilismo relativista, vi sta prendendo per il culo:
L'Unione europea ci consente di realizzare i nostri ideali comuni: per noi l'essere umano è al centro. La sua dignità è inviolabile. I suoi diritti inalienabili. Donne e uomini hanno pari diritti. Aspiriamo alla pace e alla libertà, alla democrazia e allo stato di diritto, al rispetto reciproco e
all'assunzione di responsabilità, al benessere e alla sicurezza, alla tolleranza e alla partecipazione, alla giustizia e alla solidarietà.
A me questi me parono decenti, non so voi.

27 marzo 2007

Questione di classe


Google dà biciclette ai suoi dipendenti. Negli ultimi tempi va di moda prendersela con Google. A parte il fatto che questo blog è proprio ospitato da BigG, io non è che mi accodi alle masse. Forse il mio giudizio è biased (cazzo, pure i massaggi gratis!), preferisco auto convicermi che il "Don't Be Evil" - a parte la storia della censura Cinese - ancora lo seguano, se non altro da cose come questa.

...

Eppoi so proprio coatte ste bici!

21 marzo 2007

Preso


il nuovo del Wu-Ming.

Scenetta: il commesso cerca di rifilarmi "un altro libro tipo wu-ming", sempre fatto da un collettivo, sempre "colla licenza free", solo "più fantastico", "tipo Eymerich". Non che mi entusiasmi particolarmente (ero venuto per "Manituana", non per altro). Gli restituisco il libro, che tanto premurosamente era andato a prendere e gli dico - tanto per sviare la conversazione - che a me dei romanzi del Wu Ming piace molto l'idea del descrivere il presente attraverso l'ambientazione storica. "Sì sì" dice lui, "Q, per esempio, è proprio il ritratto dell'Italia contemporanea".

Italia contemporanea?!

Forse mi sono perso qualcosa...

16 marzo 2007

Rachid

Ieri abbiamo salutato Rachid con una riedizione di Italia-Francia in un campo di calcetto dietro il campus. Il risultato finale è stato un diplomatico 7-7. Io dopo svariate goffaggini mi sono sbloccato nel finale segnando un gollonzo degno del pupone (di sinistro!). Per il resto, un match di pallone in cui più della metà dei giocatori sono dottorandi di informatica è sempre un evento insolito.

Dicevo, Rachid. Rachid è stato praticamente la prima persona qui a Informatica che ho conosciuto. I primi tempi qui a Lugano, cercavo casa e pernottavo in ostello. La mattina mi svegliavo e nella camerata tutti, chi più chi meno, già erano indaffarati con i lavaggi mattutini. Tutti tranne uno. Una volta mi ricordo di averlo visto dormire ancora mezzo vestito con il mac book buttato accanto al letto, come se fosse crollato dal sonno, le ultime forze per poggiare il computer a terra, appena in tempo. La sera, anche stando svegli fino a tardi, non lo si vedeva mai rincasare.

Quando poi una volta l'ho incrociato fuori dal vecchio edificio di informatica (adesso ci siamo trasferiti qui dentro), ci siamo riconosciuti senza che avessimo mai scambiato una parola in precedenza. E quando ha saputo che mi interessavo di sistemi multi-agente, mi fece: «dobbiamo collaborare allora!». Dal punto di vista della ricerca, Rachid è un mostro. In quattro mesi che sono qui, non l'ho visto fermarsi un attimo dal lavorare. E quando dico un attimo, intendo che per lui non ci sono week-end. Arriva verso le 4 del pomeriggio, e se ne va alle 4 del mattino, in media.

E, in tutto questo casino di lavoro matto, Rachid ha deciso che dovevamo fare un paper sugli algoritmi di formiche perché, beh, perché lui aveva questa idea, ed io avendo come advisor uno dei capoccia della materia, avevo tutto da guadagnarci; a posteriori, credo che lui pensasse che fossi un mezzo esperto di ant colony, a dire il vero. Io vengo da un mondo in cui il professore è quel personaggio sovrannaturale che ogni tanto sceglie uno dei suoi allievi promettenti per la pubblicazione. La pubblicazione è una sorta di ascesa, una cosa mistica. Sembra sia una cosa preclusa alle persone normali. E invece, la prima persona che conosco qui mi propone di fare un articolo.

Lavorare con Rachid è stato fico, anche se discontinuo. Mi dispiace che se ne vada, perché alla fine grazie a sto francese matto ho avuto la prima opportunità di fare veramente ricerca, lavorare a qualcosa di mio senza una supervisione di qualche vegliardo, che vuole solo un altro articolo da aggiungere alla sua lista di pubblicazioni e nulla più. Stare svegli fino alle due del mattino di Sabato sera a discutere, per cercare di capire come fare sto benedetto algoritmo. A Roma una cosa del genere sarebbe stata l'equivalente di una punizioni divina (in stile vecchio testamento, ovviamente), ma qui si vive con un altro ordine di idee. Magari per chi legge sembra incomprensibile. Se fossi qui in Ticino per sopravvivere lavorando in qualcuna di queste SA o Gmbh, a fare un lavoro come un altro, non direi una cosa del genere.

L'articolo non l'abbiamo ancora finito. Ora che scrivo la deadline
Ora che scrivo la deadline è stata spostata al 30 Marzo. We have no excuses!

Delle due, l'una

Abbiamo già stabilito che saranno i nostri capigruppo ad incontrarsi col presidente del Consiglio, Romano Prodi. Io sono un uomo di parola, non esiste alcun patto pubblico segreto tra me e Prodi, non ho mai né sentito, né incontrato uno dell'altra parte
uh? Fortuna che é uomo di parola..

14 marzo 2007

Senta ma..

Corriere.it, intervista a John Nash:

D:Pensa che Russell Crowe si sia calato efficacemente nel suo personaggio?
R:«Non l'ho sentito vicino a me, tranne che nella parte relativa alla malattia mentale. Ma anche lì il film si prende varie licenze poetiche, inventando episodi mai avvenuti, come le visioni o il compagno di stanza immaginario. Tuttavia nel complesso riesce a trasmettere il mio pensiero distorto e la mia malattia mentale»
headline dell'articolo: «Russel Crowe? Mi assomiglia quando interpreta la mia malattia»

Mavaff!

Almeno repubblica.it ha una più interessante intervista a Nash fatta da Piergiorgio Oddifredi. Prima domanda:

"Lei è religioso?"

:-D

L'università dei graffiti



Quei geni del graffiti research lab

(non ricordo più da dove l'ho presa)

3 marzo 2007

Sgnakuzza


Rinominerò così il nuovo acquisto da Ikea, visto che Grankulla mi disturba un po', come nome. A dire il vero un po' tutti i nomi Ikea mi fanno questo effetto. Secondo me pronunciati al contrario sono invocazioni a Satana...

Ovviamente in foto non da l'idea della comodità; e per ora neanche dal vivo, visto che è ancora imballato... Ad ogni modo la cosa importante è che questo aggeggio si apre e mettendoci sopra un comodissimo(*) futon diviene un letto. Quindi posso dire ufficialmente che d'ora in poi potrò ospitare la gente! Il che vuol dire anche che sono aperte le iscrizioni!

* in realtà non ho la più pallida idea se il futon che ho preso sia comodo. Ma tanto, mi sono detto, mica ci devo dormire io sopra? ;-)