Corriere.it, intervista a John Nash:
D:Pensa che Russell Crowe si sia calato efficacemente nel suo personaggio?
R:«Non l'ho sentito vicino a me, tranne che nella parte relativa alla malattia mentale. Ma anche lì il film si prende varie licenze poetiche, inventando episodi mai avvenuti, come le visioni o il compagno di stanza immaginario. Tuttavia nel complesso riesce a trasmettere il mio pensiero distorto e la mia malattia mentale»
headline dell'articolo: «Russel Crowe? Mi assomiglia quando interpreta la mia malattia»
Mavaff!
Almeno repubblica.it ha una più interessante intervista a Nash fatta da Piergiorgio Oddifredi. Prima domanda:
"Lei è religioso?"
:-D
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