16 ottobre 2011

 L'unica cosa che mi stupisce, dei fatti di ieri a Roma, è quanto gli esponenti del centro-destra stiano evitando di esprimere giudizi negativi sulla manifestazione degli indignati—quella pacifica ovviamente. Ai tempi dei «no-global» sarebbe stato normale, all'indomani di scontri come quelli di ieri, ascoltare i Gasparri o i Cicchitto accusare l'intero movimento di connivenza o vicinanza ideologica con le frange violente. Oggi non sembra essere più così. Forse temono realmente che questo movimento faccia presa anche sui propri elettori, chissà.

12 ottobre 2011

Oggi la federazione romana di Sinistra e Libertà ha deciso che bisognava rendere omaggio ad una figura che ha fatto tanto per gli ideali della sinistra. La scelta era talmente vasta da provocare il proverbiale imbarazzo. Si poteva per esempio festeggiare il nobel per la pace a Ellen Johnson Sirleaf, il primo presidente della Liberia dopo anni di guerra civile; oppure Tawakkul Karmān, giornalista e attivista dello Yemen e protagonista della primavera Araba; o Anna Politkovskaja (in memoriam), giornalista russa uccisa da mano ignota per via delle sue inchieste sulla Cecenia.

Insomma, il materiale non mancava, però è anche vero che i paesi Africani stabilizzati o le rivoluzioni democratiche del medioriente fanno poca presa sul cittadino. E quindi a Sinistra e Libertà hanno pensato bene di salutare Steve Jobs:


La prima cosa che ho pensato, forse la più seria di questo post, è che un carattere tipografico con le grazie non si accompagna affatto alla mela della Apple e alla tipografia del simbolo di SeL. In seconda battuta ho pensato quello che tutti gli altri hanno pensato e cioè che Steve Jobs non è esattamente un esempio degli ideali della sinistra.

O no? È vero che Steve Jobs non potrebbe essere un mito per la sinistra? Qualche giorno fa Kieran Healy, in un post molto interessante sulla sociologia della leadership carismatica, affrontava esattamente questo problema:
This is a well-recognized problem with technological utopias: goods that are simple and elegant to use are often difficult and dangerous to make. So it’s an elegant, creative, meaningful future for me, but a lifetime toiling on a Foxconn production line for thee. This dissonance is made worse for a company like Apple precisely because there’s so much emphasis placed on the personal quality of the object, and such close attention to its design. Jobs wanted people to love his products, take care to notice their craftsmanship, and be creative with them. They were supposed to help you make and do awesome things. But this love and attention to creativity was not extended to those involved in the manufacturing process.
In fondo la sinistra è anche quella dei partiti dei consumatori, quella in cui la carriera politica si fa conducendo un talk show sui diritti dei consumatori. Tutto sommato, non c'è di che stupirsi molto: oggi abbiamo solo visto che la ricerca di figure carismatiche a sinistra può assumere caratteri patologici. O comici. In ogni caso, mediocri dal punto di vista tipografico.

6 ottobre 2011

Il machiavelli dei wiki

A scanso di equivoci, vorrei precisare che il post precedente l'ho fatto più per divertimento, che per una reale presa di posizione. È vero: in questa vicenda della querela mi sento sostenitore degli amministratori di Nonciclopedia. Però Però la cosa vale solo a pelle, perché è anche vero che non si può avere fiducia nella magistratura un giorno sì e l'altro no. Quindi alla fine si deve ammettere ciò che è palese: il colpo mediatico di quelli di Nonciclopedia è stato solo un colpo mediatico. Motivato da ragioni pratiche molto chiare, per carità. Ma questo non cambia la questione posta (qui e qui), tra i pochi, da Luigi Castaldi alias Malvino -- il mio intellettuale preferito della blogsfera.

La questione che Malvino pone non mi trova totalmente in accordo, per motivi che cercherò di spiegare di seguito, ma ridotta all'osso è la seguente: cercare l'aiuto dell'opinione pubblica per zittire una denuncia, invece di sostenere le proprie ragioni davanti ad un giudice, è un modo d'agire scorretto. Si combatte il processo, e non nel processo. Insomma, si finisce per essere esattamente come Berlusconi, quel tipo che, per gli stessi motivi, tanto disprezziamo.

Poi ovviamente ci sono le considerazioni a giustificazione del gesto degli admin di Nonciclopedia: elencatele voi per me, tanto sono stranote. L'unica di esse che mi pare realmente seria è quella che si potrebbe chiamare dell'ultima ratio, e cioè che il gesto dello sciopero sia stata l'ultima opzione a disposizione degli admin nei confronti degli avvocati di Vasco Rossi che, almeno stando a quanto riportato dai nonciclopediani, non hanno mai mostrato altra intenzione se non quella di risolvere la cosa per vie legali.

Ora, questo dettaglio di certo non va ad intaccare la critica fatta da Malvino, ma vale la pena comunque di tenerlo presente: quando si tratta di individuare responsabilità autoriali — così come meriti — i wiki sono, per loro natura, ineffabili. Detto in parole povere: non si sa chi ha scritto cosa, e quindi il modo che, in genere, le comunità wiki hanno di agire è improntato alla pura pragmaticità: nelle questioni legali la comunità metterà sempre per primi gli interessi del progetto; le questioni di principio, invece, vengono dopo. È un modo di ragionare da cinici, lo ammetto, ma bisogna capire che Nonciclopedia, Wikipedia e i wiki in generale non sono dei semplici gruppetti di amici. È sbagliato attribuirgli le stesse prerogative di un singolo autore. I wiki sono delle organizzazioni. Dinamiche, certo. Instabili, certissimamente. Ma sempre organizzazioni sono, e quindi non ci si deve stupire che agiscano in questo modo.

3 ottobre 2011

Fatti!, e non pugnette

Il prologo lo conoscete già. Nella vicenda Nonciclopedia è arrivata la replica della nullstar di Zocca, fatta per bocca di tal Tania Sachs, sua portavoce. Già che ci siamo, la svisceriamo un po':
A proposito di Nonciclopedia, prima di tutto fatti e non solo parole:
Fuorviante. Una replica riporta il proprio punto di vista, eventualmente corredato e supportato dai fatti in questione, e non il contrario.
piu’ di un anno fa, nel febbraio 2010, abbiamo sporto querela per diffamazione nei confronti del sito Nonciclopedia che degli insulti contro Vasco Rossi aveva fatto la sua bandiera.
Esagerazione. E pretestuoso. Nonciclopedia prende in giro chiunque, e per quanto i suoi utenti abbiano degli argomenti preferiti, essa non è stata creata allo scopo di «insultare» il Suo cliente.
Insulti quotidiani e gratuiti, insulti a tempo perso e senza alcun motivo. 
Pretestuoso.
A un anno e mezzo circa dalla denuncia per diffamazione il magistrato in questi giorni ha riscontrato che gli elementi di reato per diffamazione esistono tutti e lo ha comunicato alle parti.
...
 In seguito alla comunicazione del magistrato, gli ammministratori di quel sito hanno deciso autonomamente di chiudere il sito perché si sono evidentemente accorti di essere nel torto.
Falso. Come spiegato dagli amministratori stessi, la decisione di chiudere il sito è stata per protesta.
Vasco non ha mai chiesto la chiusura del sito, ha molto semplicemente chiesto al suo avvocato di difenderlo in sede giudiziaria dalla diffamazione, persistente. E’ evidente che non sono vittime, ed è un giudice a decidere che sussiste il reato per diffamazione, cosa ben diversa dal definirsi un sito di satira.
Fallacia dell'uomo di paglia: nessuno ha mai insinuato che il Suo cliente abbia chiesto di chiudere il sito -- a meno che questo non faccia parte della Vostra denuncia stessa -- quindi l'argomentazione non regge. Il resto è un ragionamento circolare, basato su un uso artificiale del tempo presente -- o più probabilmente sulla scarsa padronanza dell'Italiano: “Sarà un giudice a decidere se sussisterà il reato di diffamazione”. E ciò, in ogni caso, non c'entra nulla con la definizione di cosa sia Nonciclopedia.
Attenzione a pubblicare notizie solo unilaterali, chi si occupa di web sa bene che èmolto difficile far chiudere un sito, se non addirittura impossibile. 
Sulla stessa linea di prima. Affermazione vaga, e semmai è vero il contrario: la chiusura dei siti è tra i principali compiti della polizia postale. Tralasciamo il tentativo di passarsi per esperti del Web nella stessa frase in cui si dimostra la scarsa padronanza dell'uso della tastiera di un computer.
Difendersi dagli insulti che piovono in maniera gratuita e non si sa per quale motivo, non è solo lecito, E’ DOVEROSO: libertà di stampa non è libertà di offendere.
Banalità. 
Tania Sachs