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27 settembre 2011

Roma vista da Casanova (XVIII secolo)

Da Calendario Romano, di Italo de Tuddo (ed. Golem, 1970):
Sapevo che Roma era la sola città in cui, partendo dal nulla, si poteva salire molto in alto; e non c'era da meravigliarsi, se io credevo di avere tutte le qualità necessarie; al posto del denaro, avevo uno sfrenato amor proprio di cui l'inesperienza mi impediva di diffidare.
Per fare fortuna nell'antica capitale d'Italia, bisogna essere un camaleonte capace di prendere tutti i colori dell'arcobaleno. Occorre essere flessibili, insinuanti, grandi dissimulatori, impenetrabili, compiacenti, sovente ignobili, falsamente sinceri. Bisogna sempre far finta di saper meno di quello che effettivamente si sa e parlare con un solo tono di voce. È necessario esser pazienti, controllare i propri gesti, ed esser gelidi come ghiaccio quando altri brucerebbero; se, per disgrazia, non si ha religiosità nell'animo, bisogna averla nella mente; una persona per bene, deve sopportare in pace la mortificazione di doversi giudicare un ipocrita.
Chi odia queste finzioni, farà bene a lasciare Roma e andare a cercar fortuna in Inghilterra.
Giacomo Casanova (1743)

21 febbraio 2011

Seven hills and two wheels

I am glad to hear that David Byrne shares with me the opinion about Rome as a great place for bicycling:

Naturally, some cities are more accommodating to a cyclist than others. Not just geographically or because of the climate, though that makes a difference, but because of the kinds of behavior that are encouraged and the way some cities are organized, or not organized. Surprisingly, the least accommodating are sometimes the most interesting. Rome, for example, is amazing on a bike. The car traffic in central Italian cities is notoriously snarled, so one can make good time on a bike, and, if the famous hills in that town are avoided, one can glide from one amazing vista to the next. It’s not a bike-friendly city by any means—the every-man-for-himself vibe hasn’t encouraged the creation of secure bike lanes in these big towns—but if one accepts that reality, at least temporarily, and is careful, the experience is something to be recommended.

Rome is quite a dangerous place (in Italian) for cyclists. The mortality rate is 5 times bigger than the EU average. On the other hand, a daily commute with an extra dose of adrenaline always felt good, as far as I remember.

29 maggio 2008

It's all about gentrification (*) baby

E adesso chi jelo spiega a Virzì che la realtà non è come in una favola che finisce con un pollo arrosto a casa di una vecchina alla Garbatella?



* http://en.wikipedia.org/wiki/Gentrification

19 marzo 2008

8 marzo 2008

La tua memoria collettiva fa acqua da tutte le parti

Giuseppe D'Avanzo su Repubblica.it:
Nella costruzione di questa memoria - di questo bisogno di memoria - c'è una manipolazione, uno scarto anche toponomastico. Via Caetani non è nel mezzo tra Botteghe Oscure e Piazza del Gesù. È lontano un centinaio di metri dal palazzo rosso. È in un'altra direzione rispetto al palazzo bianco. La "nuova" collocazione di quella strada buia nel cuore di Roma scolpisce nella memoria collettiva una rappresentazione sapientemente alterata della morte di Aldo Moro. Liquida con una scelta perentoria ogni necessità di storia ("Tutto è così chiaro"). Ne confonde le logiche. Ne occulta le responsabilità. Rende di "geometrica potenza" la lucidità politica dell'assalto allo Stato delle Brigate rosse. Esalta la "fermezza" delle istituzioni pubbliche e delle forze politiche, anche quando è stata soltanto un espediente strumentale o ipocrita.
Io non c'avevo mai fatto caso. E dire che ci sarò passato un milione di volte da quelle parti (c'è un negozio di abiti usati, eppoi quella è tra le zone più belle di Roma …)

Quando finii di leggere questo libro qui, (qui in Italiano) chiesi a mia madre come fosse possibile, che i programmi ministeriali dell'insegnamento della Storia nei licei si fermassero alla Liberazione. Mi disse che quando aveva fatto il Liceo lei, negli anni '60, si fermavano alla crisi dello stato Liberale; conoscere il fascismo era ancora tabù per quella generazione.

Nulla di cui meravigliarsi, dunque.

7 gennaio 2008

Tirare due somme, deh

Ho sempre pensato, e lo penso tuttora, che il vero momento per guardare indietro all'anno terminato sia l'inizio di Settembre; ma con il sopravvento, nella mia vita, di ritmi meno scolastici (per quanto sempre accademici), questa convinzione forse è destinata ad essere rimpiazzata, legata com'è ad un periodo di vita finito. Ad ogni modo, il 2007 si è chiuso con l'ultima fatica, le festività. E quest'anno non troverei termine più adatto per descriverle in una sola parola, giuro.

Tornando ai primi di Gennaio del 2007, ricordo una grande presa ammale legata al ritorno in Svizzera, e l'abbandono di Roma. Le prime settimane mi lamentavo con tutti e tutte di quanto mi mancasse l'Urbe, poi sono passati d'un soffio quasi 5 mesi fino a Pasqua, e infine ho ammesso a me stesso che in fondo vivere a Lugano e, soprattutto, in Svizzera, non è poi tanto male. Una volta tornato a Lugano dopo le vacanze di Pasqua, la città era sbocciata e divenuta di un verde che non avevo mai visto prima, (1) cosa che mi colpì moltissimo. La primavera e l'estate sono state belle: tra le altre cose, ho avuto modo di assaggiare la maestà delle Alpi del Vallese e difficilmente mi scorderò di quell'esperienza. La vita nelle valli in confronto è scialba e banale, ma quando sali su, ai piani alti, vedi finalmente l'orizzonte, e cavoli, si capisce perché le menti semplici si mettano a blaterare di spiritualità e robe simili!

In quest'anno il mio dottorato ha finalmente trovato una strada da percorrere; in ambito scientifico, ovviamente. Continuo a pensare di aver un po' troppo cazzeggiato durante quest'anno, ma se considero le condizioni in cui mi sono trovato, credo che ci si possa stare.
Ho lavorato e lavoro tuttora ad un progetto il cui scopo è di per se aperto a mille opportunità, e per di più sono stato il primo studente di dottorato che i miei advisor si siano trovati a seguire. Per aggiungere altro carico, il mio gruppo si è ritrovato, sin dal mio arrivo, con un numero di progetti paragonabile al numero dei suoi membri, cosa che mi ha necessariamente lasciato tutto solo con me stesso. Ho assaporato le gioie e i dolori della collaborazione scientifica, e adesso mi posso dire vaccinato anche a questo (leggasi: trovare un/a collaboratore/rice affidabile è cosa dura); riguardando nuovamente indietro al me stesso di un anno fa, vedo uno studente che non poteva far altro che ricevere certezze dai superiori. Adesso il mio senso critico riguardo alla Scienza si è decisamente affilato; non abbastanza per dirmi autonomo, ma inizio ad ammolarjela .

Per quel che riguarda l'anno concluso, “le persone”–la vita sociale insomma–si beccano un bilancio in pareggio. Forse parlo con una punta di delusione relativa a queste ultime feste di Natale, ma mi sono arreso all'evidenza che molte amicizie, che contavo come tali, non lo siano più e siano degradate al rango di mere conoscenze. Roba per andare qualche volta al pub, ma non molto di più. (2) Questo discorso si riallaccia al dottorato, al fatto cioè che abbia capito l'importanza della qualità sopra la quantità, ed il valore assoluto del proprio tempo. Tocca essere puntigliosi quando si deve disporre del tempo sociale, soprattutto quando nei hai poco e le persone da vedere sono tante. Dall'altra parte, ho conosciuto parecchia gente fica all'USI e a Lugano. C'è questo strano particolare che il social network in cui mi trovo non abbia nessun aggancio con gli autoctoni: riuscire a socializzare con i Ticinesi sembra troppo difficile, ma chissene frega!


1. Ero arrivato a Lugano per la prima volta in Ottobre, quando le montagne sono arrossate per via dell'autunno.
2. Ma non questo pub, sia chiaro!
(questa nota è volutamente incomprensibile)

14 dicembre 2007

Il 20


è di Giovedì.

E la RCBUS non vede l'ora di calcare un po' di sampietrini!

1 luglio 2007

Senza parole...?!

Leggo di questo.
Potrei dirmi senza parole, perché magari l'argomento sembra più un cadavere dei tempi passati, i cui riferimenti sono nomi scritti sui muri delle strade; e perché la cosa più conveniente da dire in un momento del genere, vista la propria appartenenza, è un silenzio di circostanza degno del funerale di un conoscente, non troppo distante da non potervi non partecipare, non troppo vicino dal dovervi prender parte emotivamente.

Io, tuttavia, devo alla mia bicicletta il fatto di non essermi preso una coltellata in pancia, una domenica pomeriggio d'Estate, e devo l'aver subito un'aggressione in pieno giorno al semplice fatto d'essermi trovato davanti--assieme al Puro--ad una scritta fresca di vernice che infangava i muri del mio quartiere, territorio nero nello scacchiere insensato delle lotte politiche tra comunisti e fascisti nella mia città di Roma.

Io mi chiedo concretamente cosa serva per far svegliare la gente di fronte a questo problema. Vale il principio Italianissimo--Romanissimo, in particolare-- del farsi i cazzi propri e del "a chi tocca nun se' ngrugna". Pensavo che fosse morto qualcuno, magari veramente qualcosa si sarebbe smosso, nell'opinione pubblica; e poi ho ripensato al ragazzo morto l'estate scorsa a Focene. E a noi qui, sempre daccapo.

Vorrei analizzare lucidamente la situazione. Scrivere i miei own two cents sull'argomento, forte magari dell'obiettività data dalla distanza. Mi piacerebbe essere d'aiuto in questo modo.

14 giugno 2007

Ci siamo

Se l'ha fatto Parigi, lo farà anche Roma (vedi: Notte Bianca). Daje Uolter!

(Altra buona notizia: Ecoincentivi per rottamare i vecchi ciclomotori.. e per l'acquisto di biciclette!)

4 giugno 2007

Bentornato, mi disse

La foto non è mia.. ma i colori, quelli posso assicurare che sono abbastanza fedeli.

Credo di aver capito a fondo il concetto di ottmizzazione: treno venerdì pomeriggio, arrivo in città alle 10 pm, diritti al palazzo dei congressi, alba, nanna, sveglia a mezzogiorno, pranzo dai miei, incontrare Sparkybus e Arianna, giro per Roma, cena al Paella 2 (scarso) poi di nuovo al palazzo dei congressi, alba, nanna, colazione all'una, giro al Roma EST a comprare scarpe italiane per Pilchin, prendersi un tiramisù da Pompi col Nether, giro per Roma, cena dai miei, Stazione termini, cuccette, cappuccio e briosche dietro alla stazione centrale a Milano, treno per Lugano. Lugano. Non sono stato abbastanza hardcore da riuscire ad andare filato al lavoro, come ha fatto Cyrus. Me la sono presa comoda per un'ora e mezza, pranzando a casa, prima di riandare in ufficio a leggere email, stampare cose: cazzate del genere, insomma.

Ecco, esausto è la parola giusta credo.

(Alvan Noto, Nathan Fake, Giardini di Mirò: spettacolo. Mike Patton & Fennesz mi hanno lasciato disappointed)

31 maggio 2007

17 maggio 2007

Blaxploitation

Per chi apprezza il cinema *xploitation, vedere qui. In particolare questo e questo sono uno meglio dell'altro. Le keyword di imdb per Foxy Brown sono:
Female Nudity / Beautiful Woman / African American / Drugs / Sex
... il che dovrebbe bastare!

Altra piacevola scoperta, a Dissonanze ci sarà Michelino Patton! E i Nohaybanda trio al Branca la settimana prima! Non capisco proprio come si faccia a lavorare in un mese come Maggio!

14 aprile 2007

Politics is boring

Due notizie mi hanno colpito, dal mio rientro in Italia. La prima è stata lo sgombero dei Rom Kalderasha dallo spazio (o campo, o foro) Boario, al Villaggio Globale.
La Città si collocherà all'interno del Campo Boario nell'ex Mattatoio di Testaccio. Un luogo già attraversato da differenti sperimentazioni di riutilizzo di spazi pubblici, creazione di lavoro, promozione di prodotti equi e solidali, ecc. Ora un ampio intervento del Comune di Roma mira a riqualificare l'intera area, affiancando alle associazioni, cooperative ed al centro sociale già presenti, l'università Roma Tre, l'Accademia di Belle Arti e la Città dell'altra economia.
(da chiamaroma)

Sinceramente questa cosa di sgomberare dei Rom per far spazio ad un mercato equo e solidale ha del ridicolo. O del surreale. Ho avuto questo primo ritorno alla politica locale Italiana, Romana, dopo 3 mesi di Svizzera, in cui leggevo distrattamente Repubblica.it ed i titoli in codice su Forza Italia che un giorno dice nì alla legge elettorale, il giorno dopo so. La politica Svizzera ovviamente è molto più lineare, almeno per quel poco che ho avuto l'interesse di vedere.
Adesso, a me sinceramente non interessa schierarmi tra gli indignati o gli gnorri all'interno della sinitra, né tantomeno con gli insaziabili o i sardonici a destra.
Sentivo il commento su Radio Onda Rossa alla faccenda e l'unica cosa che notavo, tornando da 3 mesi di compassata politica Federale (o peggio, Cantonale), era il fervore della speaker. Difendeva la causa Rom più per passione antropologica, che per attivismo vero e proprio, credo. Alcuni passaggi erano totalmente privi di senso (missing the point, sarebbe da dire). Sono d'accordo a ritenere sgradevoli i commenti da parte di AN sul fatto che anche con questo sgombero il comune non fa nulla per arginare la "criminalità nomade" (gli insaziabili di destra, per l'appunto), ma non mi puoi controbattere a questa cosa dicendo "come se non esistesse la criminalità normale"! Cristo, la fortuna con la cornucopia ci vede meglio di te allora!

L'altra notizia riguarda la manifestazione e gli scontri al quartiere cinese di Milano. Nel mezzo del generale sgomento che si accompagna a qualsiasi cosa abbia a che fare con le comunità cinesi Italiane, io sinceramente ci vedo una cosa positiva: ci si lamenta sempre della segretezza, della chiusura verso l'esterno, dell'ostilità delle comunità cinesi nelle città Italiane. E questa volta invece sti cinesi prendono e si mettono a manifestare! Con tanto di cartelli e bandiere rosse (altra cosa curiosa: ma non sono gente fuggita da lì?). Poi il motivo, le botte, i danni, le violenze, quelle possono pure essere sbagliate o che altro, ma non è una volta tanto bello vedere che questi fanno proprio ciò che gli si rimprovera di non fare?

12 aprile 2007

Very Important Person

Sono a Roma da quasi 7 giorni e semplicemente non riesco a stare appresso a tutte le persone che dovrei salutare, rivedere, andare a trovare, etc. etc.

Mi sento quasi un VIP. Possibile che conosca così tante persone? Ho avuto l'occasione di ribeccare gente che non vedevo da tre anni, e di beccare tre volte in due giorni gente in punti sparsi di Roma, assolutamente casualmente. Punti nel tempo e nello spazio, ci sarebbe da dire.

8 febbraio 2007

Potevate dirlo prima, cari i miei architetti /1

Alberto, uno dei miei advisors, mi aveva parlato delle critiche che fanno all'Accademia dove lavoro (lavoro non è proprio il termine adatto... anche se loro sono quelli che mi pagano). Nei giorni passati mi era sembrato perlomeno buffo, vedere pubblicizzato un esame con tanto di volantini appesi in bacheca; tanto più che alcuni di questi recavano stampate le foto degli studenti esaminandi. Una cosa inconsueta, vedere trattato un esame in modo così informale; strana per chi come me viene dal burocratico mondo della Sapienza, quello che la mattina arrivavi all'appello per sapere non tanto di che morte dovevi morire, ma quando ti sarebbe toccata, visto che una persona non può fare più di 20 esami al giorno...
Qui invece le critiche, l'esame in cui il professore e la commissione giudicano i progetti svolti durante il corso, sembrano più a metà tra una comunione ed una prova di saggio. Con tanto di amici che fanno le foto. Mancano giusto i parenti commossi, ecco.

Io sono andato a vedere la critica di non so quale cattedra, visto che il progetto di quest'anno - così mi aveva detto l'unica altra Romana che c'è qui - verteva su Piazza Augusto Imperatore.

Io a quella piazza ci sono in un certo senso legato. Nei miei vagabondaggi del caro vecchio centro storico, ci andavo quasi sempre a finire (ahimè, notare il passato). Ci sono quei grossi portici dei palazzoni fascistissimi che chiudono 3 lati della piazza, come a volerne definire l'unico orizzonte artificiale e bianco sporco, in cui mi capitava spesso d'andare a sostare a causa della pioggia (dopo aver smesso di portare l'orologio dall'età di 15 anni, ad un certo punto della mia vita ho deciso che anche l'ombrello è uno strumento mediamente inutile). Una Domenica pomeriggio stetti lì sotto con la bici per ore e ore e ore, ad aspettare la pioggia che terminasse.

Quella piazza è sempre stata diversa dal resto del centro di Roma. I miei primi ricordi, credo d'averli legati a dei primi pomeriggio assolati, in cui io e mia sorella venivamo trascinati in centro "a fare una passeggiata", dai nostri genitori. E quella piazza sempre deserta.

"Le cose cambiano" (disse il Dalai Lama); è cambiato quello che ancora nei miei ricordi doveva essere il centro storico di una città Italiana uscita dagli anni '70 ma non ancora riempita di negozi per coatti e megastore di cd. Con l'unica fortuna che ancora di Roma si tratta. E anche Piazza Augusto Imperatore è cambiata, pian pianino, nel tempo. La domenica ci fanno il mercatino dell'antiquariato, sotto i portici ovviamente; e sempre lì sotto sono spuntati dei ristoranti na ciiifra chiccosi, e poi vabbè, ad un certo punto un uomo chiamato Francesco Rutelli ha deciso che andava fatto qualcosa.

Se c'è qualcosa di buono che si può riconoscere a Walter Veltroni, è di averci liberato se non altro da Francesco Rutelli, spurgo della politica Italiana. La vicenda dell'Ara Pacis di Richard Meyer, che tanto ha fatto discutere durante l'ultima campagna elettorale, è tutta nata sotto il Rutellato.

Pare che Rutelli, che nella sua carriera ci ha regalato le striscie blu ed una moglie in grado di far sembrare Giuliano Ferrara - per semplice accostamento - un tipo simpatico, abbia deciso che lo stile di Meyer fosse "il più fascista" sulla piazza al momento; ed essendo egli (Rutelli) architetto mancato, che queste sue grandi capacità di giudizio fossero per lui sufficienti per decidere da solo di dare il progetto al nostro Richard. Progetto che nessuno pare abbia mai visto fino all'ultimo, tralaltro.

Ma fin qui i pare. Cosa certa è che io sull'Ara Pacis di Meyer ho cambiato idea dopo averla visitata, e che gli ultimi riserbi in merito al piazzale d'ingresso li abbia disciolti una volta terminato effettivamente i lavori (si sa, sotto campagna elettorale tocca inaugurare, inaugurare ed ancora inaugurare). Altra cosa certa è che io su questa Ara Pacis c'ho anche litigato con mia sorella, che da brava storica dell'arte vede come il fumo negli occhi qualsiasi cosa che sia contemporaneo o post-moderno. Figuriamoci poi se nel pieno centro del tridente capitolino!

Questo per dire che insomma, a questa critica ci sono andato pure incuriosito, euforico anche (eccheccazzo, co tutta sta 'Svizzera un po' di Roma ce voleva proprio!).

(continua)

19 dicembre 2006

Operation Chrysalis /2



h. 22.00
Scena finale, inquadratura 19 su 30! Siamo vicini alla meta... la pausa cena in corso: casa di Mauro e Sandra messa sottosopra, si lavora incessantemente dalle 9 di stamane, tra prese che non funzionano e attori che rischiano il collasso da freddo! Quale sarà il primo festival cinematografico che ci premierà?

Il protagonista in questo momento è al trucco, si avvicina la metamorfosi totale e... ma non posso svelare altri dettagli, o vi rovinerei il finale!

C'è chi ha in programma un ending alternativo.. ma questa è un'altra storia!

p.s. la foto è opera della padrona di casa!

Operation Chrysalis

h. 6.57 A.M: tutto pronto per il grande giorno!