8 marzo 2008

La tua memoria collettiva fa acqua da tutte le parti

Giuseppe D'Avanzo su Repubblica.it:
Nella costruzione di questa memoria - di questo bisogno di memoria - c'è una manipolazione, uno scarto anche toponomastico. Via Caetani non è nel mezzo tra Botteghe Oscure e Piazza del Gesù. È lontano un centinaio di metri dal palazzo rosso. È in un'altra direzione rispetto al palazzo bianco. La "nuova" collocazione di quella strada buia nel cuore di Roma scolpisce nella memoria collettiva una rappresentazione sapientemente alterata della morte di Aldo Moro. Liquida con una scelta perentoria ogni necessità di storia ("Tutto è così chiaro"). Ne confonde le logiche. Ne occulta le responsabilità. Rende di "geometrica potenza" la lucidità politica dell'assalto allo Stato delle Brigate rosse. Esalta la "fermezza" delle istituzioni pubbliche e delle forze politiche, anche quando è stata soltanto un espediente strumentale o ipocrita.
Io non c'avevo mai fatto caso. E dire che ci sarò passato un milione di volte da quelle parti (c'è un negozio di abiti usati, eppoi quella è tra le zone più belle di Roma …)

Quando finii di leggere questo libro qui, (qui in Italiano) chiesi a mia madre come fosse possibile, che i programmi ministeriali dell'insegnamento della Storia nei licei si fermassero alla Liberazione. Mi disse che quando aveva fatto il Liceo lei, negli anni '60, si fermavano alla crisi dello stato Liberale; conoscere il fascismo era ancora tabù per quella generazione.

Nulla di cui meravigliarsi, dunque.

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