31 ottobre 2008

Il gioco delle tre carte

“ Gli studenti ignorano tutto ciò e sembrano non capire l'importanza di meccanismi di selezione rigorosi, in assenza dei quali le università che frequentano vendono favole. ” §
Giavazzi potrebbe anche spendere due parole per spiegare il modo in cui i decreti Brunetta & Gelmini attacchino ed intendano risolvere il problema del reclutamento nell'università e nella ricerca. Forse non lo fa perché non ve n'è traccia, in questi decreti? Peggio: perché secondo questi decreti – e forse anche secondo Giavazzi, che per un oscuro salto logico e causale se ne mette a parlare per la seconda metà dell'articolo, sono i tagli a risolvere il problema del reclutamento. Il sistema è marcio e l'unica cosa che si merita è di morire per mancanza di nutrimento. Tagliare i finanziamenti per aumentare la trasparenza dei concorsi. Licenziare ricercatori per aumentare la produttività di un ente di ricerca. Queste stesse persone parlano di rifondare l'economia finanziaria su basi etiche, in altre sedi, e applicano la logica che altrove denunciano per aumentare l'efficienza dello stato. Renato Brunetta si vanta d'essere stato negli anni '70 il più giovane professore associato d'Italia, ma se si vede il suo record di pubblicazioni la differenza con uno qualsiasi dei baroni improduttivi non balza all'occhio. Perché non v'è differenza. [1]

Note
  1. In particolare, assenza di pubblicazioni su riviste prestigiose, e concentrazione del grosso della bibliografia durante gli anni '80. Le ultime cose, relative al 2001-2002 sono pubblicazioni sulla rivista interna della Banca di Roma.