26 gennaio 2011

Brockimania

Sabato scorso siamo usciti nel primo pomeriggio, alla ricerca di un'attaccapanni. Il piano era questo: trovare un'attaccapanni per l'ingresso. O così credevamo, perlomeno. A sera siamo tornati a casa con una piantana, un contenitore per il caffé, un paio di saliere, un libro di Friedrich Glauser, due fermalibri e due cornici di metallo. Niente attaccapanni, non importa. La caccia è andata bene e, per celebrare, per cena ci siamo cucinati pollo arrosto con patate.

Ma andiamo con ordine. Ho sempre pensato che la fascinazione degli zurighesi per le cose di seconda mano fosse una mia impressione. Una distorsione cognitiva dovuta ai miei gusti in fatto di ragazze, tutt'al più. E invece eccomi qua nel tempio del vintage. La Zürcher brockenhaus è la più grande dei brocki che io e il mio coinquilino Simon abbiamo visitato. Un intero edificio, posto vicino alla stazione, sul lato di Limmatstraße e del Museum für Gestaltung, per intenderci. Da fuori sembra uno squat, ma all'interno è spazioso e luminoso. Alla cassa si può pagare col bancomat, e ciascun piano è dedicato ad un'area della casa. Un bar e una libreria ben fornita all'ultimo piano permettono di rilassarsi e leggiucchiare qualche vecchio classico francese o sfogliare dei libri di fotografie—paesaggi—degli anni '80.

Che sia capitato in un'Ikea per hipster? Dopo la Zürcher brockenhaus, ci siamo diretti verso Hardstraße, che è la zona industriale e cuore del divertimento notturno Zurighese, con discoteche grandi e piccole. Hardstraße. La rampa della soprelevata che, ora che ci penso, mi fa pensare a quella della tangeziale di Roma, contribuisce all'aspetto urbano. Gli hipster che camminano alla sua ombra fanno pendant con essa. Ci avventuriamo in due brocki situati da quelle parti, uno persino con il DJ per allietare gli avventori.

Solo a fine pomeriggio (le 4!), dalle parti Haltstetten, piena periferia, troviamo un brocki che corrisponde di più alla mia idea un di robivecchi. È l'ultimo della giornata. In un parcheggio sul retro, l'ingresso di un garage, luci fioche, e una signora cinquantenne, che avvolge nella carta del giornale le mie due nuove preziose saliere. Niente DJ, niente bancomat. Incredibile! Il fascino di Zurigo è un po' tutto qua. Esplorare, andare alla ricerca di un bar, o di una libreria, o di un attaccapanni. Mi mancava la vita in città.

Rieccola qui, finalmente.