16 giugno 2011

È stata dittatura?

Basta fermarsi a ragionare un poco per capire che è stupido cedere alla tentazione di affermare che il ventennio Berlusconiano abbia visto l'affermarsi di una dittatura totalitaria in Italia: quando si tratta di dittature, gli incubi che si hanno a sinistra, curiosamente, sono speculari a quelli che si hanno a destra, e così come giudichiamo puerili le tirate di Berlusconi sulla dittatura dei giudici comunisti, simmetricamente dovremmo valutare le affermazioni su un ipotetico regime neo-fascista.

Eppure qualcosa di anormale ci deve essere stato, se s'è riuscito a produrre un scollamento dalla realtà talmente eclatante da portare tante persone a pensare che un personaggio come Renato Brunetta fosse davvero un castigatore dei costumi, un novello Savonarola mistico della produttività aziendale.

Di colpo ci si rende conto che colui il quale propugnava l'avvento di un popolo dagli occhi azzurri e i capelli chiari è un ometto basso e dai capelli scuri; il meccanismo si rompe e quella che è stata, in fondo, un'enorme allucinazione collettiva può finalmente diventare materiale per i manuali di psicologia sociale.