3 giugno 2011

Il partito-azienda

Nell'immaginario collettivo Silvio Berlusconi è sempre piaciuto per via della sua figura d'imprenditore. Nel 1994 gli italiani lo votarono abbindolati dall'idea nella speranza di tramutare lo Stato in un grande e moderna azienda come la Mediaset di allora. Qualcosa di vero ci doveva pur essere, se persino il sottoscritto in un tema scolastico affermò che S.B. costituiva per lui un esempio da seguire nella vita (inciso: si era alle scuole elementari — seconda metà degli anni '80 — e hai voglia a convincere un bambino che non fosse così. Stupiti? Se per questo sono stato anche cattolico credente…).

A vent'anni di distanza dalla quell'entrata in politica possiamo sicuramente dire che la cosa non corrispondesse a realtà, e la cosa si dovrebbe chiudere qui, tuttavia non ho potuto fare a meno di pensare, ascoltando i ragionevolissimi punti sollevati da Alessandra Mussolini (sic!) nell'intervista a Radio Radicale che il buon Malvino condivide con noi, che forse bisognerebbe invertire il precedente con il conseguente e rivedere l'attività dell'imprenditore alla luce di quella del politico. E se è vero che il PDL si è appena munito di una figura di cui non v'è traccia alcuna nel proprio statuto, beh forse bisognerebbe cominciare a rivedere anche quel mito lì.