19 settembre 2011

Why get a Chesterfield?


Altre volte non ne potevano più. Volevano battersi e vincere. Volevano lottare, conquistare la felicità. Ma come lottare? Contro chi? Contro che cosa? Vivevano in un mondo strano e cangiante, l'universo variopinto della civiltà mercantile, le prigioni dell'abbondanza, gli affascinanti tranelli della felicità.
Dov'erano i pericoli? Dove le minacce? Milioni di uomini hanno lottato, e stanno ancora lottando, per il pane. Jérôme e Sylvie non credevano certo che si potesse lottare per i divani Chesterfield. Eppure sarebbe stata proprio questa la parola d'ordine che li avrebbe più facilmente mobilitati. Nulla li riguardava, cosí [sic] pensavano, nei programmi, nei piani: s'infischiavano delle pensioni anticipate, delle vacanze più lunghe, dei pasti gratuiti, delle settimane di trenta ore. Volevano la sovrabbondanza; sognavano lo stereo Clément, le spiagge deserte solo per loro, i giri del mondo, gli alberghi di lusso.
Il nemico era invisibile. O piuttosto era in loro, li aveva corrotti, infettati, devastati. Erano le vittime della farsa: esserini docili, fedeli riflessi di un mondo che li disprezzava. Erano sprofondati sino al collo in una torta della quale non avrebbero mai avuto che le briciole.

George Perec. Le Cose.